Ne parla anche Francesco de Bourcard nel suo Usi e Costumi di Napoli, autore che sembra citare anche una sorta di pizza margherita ante litteram: “...sono coperte di formaggio grattugiato e condite collo strutto, e vi si pone di sopra qualche foglia di basilico. Si aggiunge delle sottili fette di mozzarella”.
Viene introdotto nel 1884 il termine pizzaiolo, presente anche nello Zingaretti del 1922 come “chi fa e vende pizze a Napoli”, e nascono anche i primi tentativi di esportare questo prodotto gastronomico fuori dalla sua città d’origine. Racconta infatti Matilde Serao di come un industriale napoletano provò ad aprire una pizzeria a Roma, ma fallì miseramente dopo un inizio positivo: fuori da Napoli la pizza continuava a sembrare completamente fuori luogo.
È del giugno 1889 la leggenda che vuole come il cuoco Raffaele Esposito, proprietario della pizzeria Brandi, propose la prima versione della pizza Margherita alla moglie di Umberto I di, Margherita di Savoia. La sua preferita fu proprio quella che ne prese il nome, ovvero la pizza condita con pomodori, mozzarella e basilico pensata per rappresentare anche il tricolore.
Le altre pizze cucinate in quell’occasione furono: la bianca con strutto, basilico e pepe, detta Mastu Nicolala pomodoro, alici, aglio, origano e olioil calzone fritto con ricotta e cicoli.